AZIENDA

Storia

Cartiera Olona, giunta oggi alla terza generazione, ha alle spalle una consolidata tradizione familiare. L’azienda nasce nel 1968, in pieno boom economico industriale, a Gorla Minore (provincia di Varese), grazie allo slancio imprenditoriale di Lorenzo Belvisi. Dopo la sua esperienza nel settore cartario di diversi anni, decide di scommettere sulla possibilità di far sorgere un centro per la fabbricazione di cartoncino.

 

Come tipico di ogni cartiera, l’azienda sorge accanto al fiume Olona che dà nome all’omonima Valle. Questo corso d’acqua, lungo 71km, è stato l’origine dello sviluppo industriale e in particolar modo delle attività legate alla fabbricazione e lavorazione della carta.

Storia

Nel 1995 Agostino Belvisi, figlio del fondatore che aveva preso le redini dell’azienda dalla fine degli anni ’70, venne a mancare improvvisamente. I figli Davide, Silva e Maria, insieme alla moglie Maria Grazia Zazzeron, furono da allora a capo dell’azienda. Nemmeno la grande alluvione dello stesso anno arrestò il loro spirito imprenditoriale.

Dopo la sua esperienza nel settore cartario da diversi anni, decide di scommettere sulla possibilità di far sorgere un centro per la fabbricazione di cartoncino.
Cartiera Olona, giunta oggi alla terza generazione, ha alle spalle una consolidata tradizione familiare. L’azienda nasce nel 1968, in pieno boom economico industriale, a Gorla Minore (provincia di Varese), grazie allo slancio imprenditoriale di Lorenzo Belvisi. Dopo la sua esperienza nel settore cartario da diversi anni, decide di scommettere sulla possibilità di far sorgere un centro per la fabbricazione di cartoncino.
Come tipico di ogni cartiera, l’azienda sorge accanto al fiume Olona che dà nome all’omonima Valle. Questo corso d’acqua, lungo 71km, è stato l’origine dello sviluppo industriale e in particolar modo delle attività legate alla fabbricazione e lavorazione della carta.

 

Negli anni l’attività di Cartiera Olona ha continuato a crescere all’insegna dell’innovazione e del cambiamento. Lo spirito dinamico e ottimista della famiglia fu alimentato anche da due eventi che ne segnarono la storia.

Un’altra forte scossa arrivò nel 2013. Fu allora che un’incendio distrusse la maggior parte dell’azienda. Anche questa volta, la famiglia Belvisi rialzò prontamente la testa. L’episodio, di per sé negativo, fu invece motore di innovazione e idee per Cartiera Olona. Da allora, iniziò la ricostruzione all’insegna dell’avanguardia: non solo furono attuati nuovi lungimiranti investimenti ma venne valorizzata ancor di più la ricchezza umana attorno all’azienda.

Abbiamo preso coscienza di quanto bene ci sia attorno a noi. Dipendenti, clienti, fornitori, enti pubblici locali ci hanno aiutato e sostenuto. Così, abbiamo trovato il coraggio per rinnovarci ancor di più”.

Fu allora che venne realizzata la nuova secchieria con una macchina continua destinata all’asciugatura del foglio, venne costruito un magazzino secondario e ripensata la logistica interna al fine di ottimizzare spazi e velocizzare le operazioni.

Mission

Accanto allo spirito innovativo, l’azienda si contraddistingue anche per il suo approccio etico al lavoro. Il punto fermo dell’impresa è infatti quello di realizzare con passione e amore il proprio prodotto.
Questo brano di Charley Peguy riassume bene i valori condivisi da Cartiera Olona:

Il lavoro secondo Charles Peguy, tratto da “L’argent”

“Un tempo gli operai non erano servi.
Lavoravano.
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.
La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.
Era naturale, era inteso. Era un primato.
Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in
modo proporzionale al salario.
Non doveva essere ben fatta per il padrone,
né per gli intenditori, né per i clienti del padrone.
Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.
Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza,
una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia
fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con
la medesima perfezione delle parti che si vedevano.
Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga.
Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione.
Il lavoro stava là. Si lavorava bene.
Non si trattava di essere visti o di non essere visti.
Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto”.

Charles Peguy